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Le sfide del cambiamento climatico in Kenya

Negli ultimi tre decenni, la stabilità economica del Kenya è stata influenzata dai cambiamenti climatici che hanno causato una serie di siccità, dalla volatilità dei prezzi delle materie prime e da conflitti etnici e instabilità politica. Sullo sfondo di un modello di crescita instabile, i progressi nel mercato del lavoro e gli sviluppi sociali sono stati lenti ed il tasso di disoccupazione è aumentato. La situazione è stata ulteriormente aggravata dalla pandemia di Covid-19.

È in questo contesto che si inseriscono le recenti piogge torrenziali e alluvioni, causate da El Niño, il periodico fenomeno atmosferico che colpisce con violenza sempre maggiore anche le regioni orientali dell’africa.

Durante i mesi di marzo e di aprile le piogge hanno devastato il Kenya, registrando alcuni tra gli eventi metereologici più catastrofici che il paese abbia vissuto negli ultimi anni, provocando morte e distruzione.

Secondo i dati ufficiali del Ministero degli interni del Kenya a lunedì 6 maggio: almeno 210 persone sono state uccise delle inondazioni e 125 sono rimaste ferite. 90 persone risultano disperse e decine si ritiene siano perse sotto le macerie. Circa 3100 famiglie sono state sfollate e le scuole distrutte sono 1967.

Tra le persone maggiormente colpite dalle alluvioni, coloro che vivono in insediamenti informali (slum) come Mathare, un agglomerato urbano nella periferia di Nairobi, nel quale si stima vivano circa 500000 persone che hanno accusato il Governo di incuria.

Secondo Human Rights Watch – Kenya: Floods Threaten Marginalized People | Human Rights Watch (hrw.org) – i  quartieri a basso reddito sono stati gravemente colpiti a causa di strutture meno solide, congestione e scarse infrastrutture igienico-sanitarie. Il direttore esecutivo di Greenpeace Africa, Oulie Keita, ha dichiarato che le inondazioni sono un forte promemoria del costo umano della crisi climatica, aggiungendo che parte del danno è stato ulteriormente aggravato da uno sviluppo disinformato.

In questo scenario, a pagare le spese del cambiamento climatico sono sempre le persone più vulnerabili, in particolare le donne.

Nella contea di Kajiado (a sud di Nairobi), dove vive anche la comunità Maasai, un ulteriore effetto della crisi climatica è l’allargamento delle disuguaglianze di genere e l’ulteriore esautorazione di donne e ragazze, attraverso la perdita dell’istruzione, il perpetuarsi delle MGF e l’aumento dei matrimoni infantili (Esho T. Komba E. Richard F. Shell-Duncan B., 2021, “Intersections between climate change and female genital mutilation among the Maasai of Kajiado County, Kenya”, Journal of Global Health, ISoGH).

Si assiste ad una femminilizzazione della povertà: le donne sono costrette al ritorno al lavoro domestico e senza reddito la loro autonomia si riduce e cresce il rischio di esclusione. Inoltre, le giovani ragazze vengono incaricate di ricercare fonti d’acqua e cibo per la famiglia e questo influenza i tassi di abbandono scolastico. Il matrimonio diventa una fonte di sostentamento per la famiglia e spesso per poter finalizzare l’unione vengono messe in atto pratiche di MGF, ancora diffuse tra le comunità Maasai della contea di Kajiado. Tutte queste pratiche sono una strategia adattativa per sopravvivere ai cambiamenti climatici, ma risultano dannose prevalentemente per le donne.

Amici dei popoli, in collaborazione con i partner locali OWOFT (One World One Future Trust) e “Ubuntu Farm”, azienda agricola gestita da The Harvester, promuove il progetto INCLUSIONE LAVORATIVA IN AMBITO AGRICOLO PER DONNE DELLA CONTEA DI KAJIADO IN KENYA, realizzato con il contributo della Regione del Veneto

Il progetto si propone di contribuire all’inclusione lavorativa delle donne della contea di Kajiado sostenendo sia il loro processo di empowerment sia il loro benessere: le 20 donne della comunità Masaai, beneficiarie del progetto, avevano poche competenze rurali pregresse poiché tradizionalmente la comunità Maasai si dedica all’allevamento del bestiame. Ma, la siccità ha cagionato la morte di molti animali e la necessità per gli uomini di spostarsi alla ricerca di acqua e foraggio, lasciando donne e bambini/e senza sufficienti mezzi di sussistenza.

Grazie al progetto INCLUSIONE LAVORATIVA IN AMBITO AGRICOLO PER DONNE DELLA CONTEA DI KAJIADO IN KENYA, realizzato con il contributo della Regione del Veneto, è stato possibile formare le donne e impiegarle in tutto il ciclo produttivo agricolo, garantendo loro un salario dignitoso e la copertura dell’assicurazione sanitaria (in Kenya è privata), tramite la messa in opera di serre con impianto di irrigazione a goccia per la produzione di erbe aromatiche – in particolare il basilico – e altri prodotti agricoli destinati al mercato locale e internazionale.

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Fonti:

Why has the flooding in Kenya been so devastating? | Weather News | Al Jazeera

Kenya: Floods Threaten Marginalized People | Human Rights Watch (hrw.org)

Kenya’s Floods Are a Climate Crisis Wake-Up Call – Greenpeace Africa